17.11.2019

Community for young: Formazione operatori di Famiglie per l’Accoglienza

Nell’ambito del progetto “Community for young”, finanziato ai sensi dell’art. 72 del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, l’Associazione Famiglie per l’Accoglienza ha promosso un momento di formazione per operatori ed educatori a Peschiera del Garda (Vr) lo scorso 15 e 16 novembre 2019.

Il lavoro si è focalizzato sul percorso dei ragazzi accolti, nell’ottica della scoperta del significato della vita che ciascuno di loro è chiamato a fare. Molto frequentemente i minori e i giovani che vivono fuori dell’ambito famigliare incontrano difficoltà di varia natura. Dalla precaria maturazione della consapevolezza di sé, alla fatica di crescere, dalla vulnerabilità personale accompagnata da comportamenti border – line, alla difficoltà di ingresso nel mondo della scuola, del lavoro, dei pari.

Con l’aiuto di formatori esperti e con le testimonianze dirette di alcuni ragazzi cresciuti in ambiti afferenti a Famiglie per l’Accoglienza, il primo step è stato anzitutto quello di dare uno sguardo alla complessità del loro mondo, per scoprire quanto sia necessario anzitutto un approccio attento, discreto, disposto ad ascoltare, attendere gli spazi e ancor più i tempi di questi figli.

Gli ormai giovani adulti intervenuti hanno raccontato tutto il loro travaglio, fino al momento in cui un incontro, una decisione, un viaggio, li hanno portati lontano da casa, ma a ritrovare se stessi e a riconciliarsi con la loro famiglia d’accoglienza e con la loro storia di abbandono.

Adele Tellarini, neuropsichiatra infantile, che ha raccolto queste ed altre storie diverse ma simili, ha così commentato: «Avete dovuto affrontare il vostro viaggio, avete dovuto distaccarvi, vedere altro. Al di là del guardare ciò che è accaduto nella vostra vita in questo viaggio avete guardato dentro di voi, e scoperto il vostro desiderio più vero. Ogni persona ripercorrendo quello che ha ricevuto diventa in grado di guardare alla vita: le vostre sono storie di speranza.»

Questo passo, raccolto ed enucleato grazie alle esperienze dei ragazzi, è diventato proposta anche per gli adulti che anzitutto hanno necessità di cogliere, ciascuno nel proprio specifico, che le dinamiche educative maturano dentro un rapporto, uno scambio. Lo stesso bisogno di rapporti si evidenzia anche per le famiglie chiamate ad abbracciare pesanti e drammatiche situazioni dei loro figli, siano essi accolti o naturali. Questo dato relazionale della persona, per sua natura ontologico, va rimesso al centro dell’attenzione del contesto socio-culturale e posto come punto di paragone per tutti quei soggetti (sociali, educativi, ecc…) che hanno a cuore la costruzione del bene comune e che, invece, si trovano di fronte ad una grande frammentazione del fattore umano, favorita dall’avanzare di un forte individualismo che punta sulla performance o sull’immagine.

Punto cardine di sviluppo delle attività formative è la coscienza che per educare occorre un soggetto, un adulto certo che “tutto ricomincia in un incontro”, cioè una persona disposta a compromettersi, a guardare e a lasciarsi guardare, a valorizzare, a mostrare di essere disposto a investire nella vita.

Community for Young