L’incontro con Globery presso il Centro Educativo Nossa Senhora das Graças
Con il progetto Opere Gemelle, da anni opere italiane hanno iniziato a conoscere e a condividere esperienze con opere latino-americane.
Questi rapporti si stanno allargando, portandoci a incontrare nuove e bellissime realtà.
Come il Centro Educativo Nossa Senhora das Graças, che si trova a si trova nell’Amazzonia brasiliana, a Parintins sull’isola Tupinambarana, Rio delle Amazzoni.
È gestito dalla diocesi, che è una diocesi ben strana: il suo territorio è composto da una cittadina di 100.000 abitanti e 500 comunità disseminate nella foresta, lungo i fiumi che capillarmente la percorrono. Si tratta di comunità Caboclo e Sateré Maué, che vivono da sempre nella foresta e la custodiscono.
Globery è il giovane responsabile educativo del Centro, nel quale ogni giorno 450 bambini e ragazzi studiano, vengono educati attraverso l’arte, imparano un nuovo modo di percepire se stessi, pieno di amore e dignità.
Il quartiere in cui il centro si trova, Itauna II, è periferico e in parte ancora non urbanizzato: una favela che accoglie le persone che si allontanano dalla foresta per cercare in città cure, educazione per i figli, lavoro.
Come si riscontra spesso nei quartieri poveri e periferici, la droga è tanta e le opportunità di starne lontani sono poche.
Globery e gli altri educatori del Centro, aiutati dalla persona a cui guardano come amico e padre, il vescovo don Giuliano Frigeni, tutti i giorni accolgono i bambini e i giovani. Ad alcuni dei più piccoli offrono la scuola primaria. A tutti gli altri laboratori artistici. Ai ragazzi spiegano che quello che fanno è sempre buono, perché esprime qualcosa di loro. Dunque ogni loro creazione va guardata con attenzione, compresa e amata.
Come loro stessi sono compresi e amati, e spesso nel centro se ne accorgono per la prima volta.
Gli educatori, attraverso i ragazzi, entrano in rapporto con le famiglie, si accorgono dei problemi e offrono un aiuto, un contesto in cui condividere ed accompagnarsi.
Ragazzi che tanti anni fa hanno frequentato il centro ora ci mandano i loro figli, anche se ora abitano lontano e devono fare tanta strada per raggiungerlo.
Perché, raccontano, lì sono stati amati ed educati e chiedono lo stesso per i loro figli.
Siamo contenti di aver conosciuto Globery: attraverso di lui abbiamo conosciuto un pezzo di mondo lontano, che improvvisamente si è fatto vicino. E caro.
Monica Poletto